Scritto da Valeria Locuratolo il .

Kataryna Monzul e il triplice fischio alla guerra

Passo leggero, pallone in mano e bandiera dell’Ucraina avvolta sulle spalle. 

E’ in questo modo che Kateryna Monzul, domenica 20 marzo, si è presentata in campo per dirigere Inter - Sampdoria di Serie A femminile. 

Cosa c’è di speciale? 

Sarebbe bello, bellissimo se fosse la normalità. 

Ma, se oggi ci troviamo a ringraziare il calcio per essere ancora una volta l’espressione dell’universalità di valori anche tra culture diverse, è perchè la storia ci ha messo nuovamente davanti a situazioni assurde. 

Di speciale, dunque, c’è che Kateryna è una delle migliori arbitro del mondo e soprattutto che è nativa di Karkhiv, città ucraina bombardata e devastata dall’esercito russo durante la feroce guerra in atto. 

Anche lei come migliaia di connazionali, si è trovata costretta a dover fuggire dall’Ucraina e ad attraversare giorno e notte, senza sosta e senza troppa lucidità, moltissimi Paesi. 

 

«Ucraina, Moldavia, Romania, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania, ma non mi sono mai sentita sola. Non me lo aspettavo, tutti volevano aiutarmi. Quando scappi da una situazione così non riesci a ragionare normalmente, la grande famiglia degli arbitri mi è stata vicina, in tantissimi mi hanno scritto e sostenuto durante il viaggio fin qui»

 

Un viaggio disperato dove ha dovuto lasciare affetti, territori e anche la sua passione più grande : l’arbitraggio. Ma, come anticipato, il calcio sa regalare sempre nuove possibilità e momenti di solidarietà estrema. Ecco dunque che, grazie alla cooperazione delle varie istituzioni sportive arbitrali, è stato possibile regalare nuova linfa e nuove sensazioni di normalità ad una donna, prima ancora che grande professionista, coraggiosa e stimata. 

Kateryna ha infatti nel suo palmares l’aver diretto gare maschili di Europa e Conference League, la finale di Champions e dei mondiali femminili e il derby di Kiev tra Shakhtar e Dinamo Kiev che chissà quando si potrà rigiocare.

Di sicuro c’è che il calcio non smette di meravigliare e che quando vuole sa regalare emozioni uniche. Le parole di Kateryna lo testimoniano: 

 

"E' stato come tornare alla vita normale dopo quello che ho visto e provato nelle ultime settimane. Per un po' non dico di aver dimenticato, ma mi sento fortunata ad avere avuto queste attenzione"

 

A cura di Valeria Locuratolo